I trattamenti implanto-protesici sono spesso mirati al ripristino degli elementi dentari persi o non mantenibili, trascurando la condizione dentale generale del paziente. In questo modo la terapia diventa fine a se stessa e il risultato finale non soddisferà le condizioni generali del paziente sia sotto il profilo estetico che funzionale, esaurendosi semplicemente nell’attuazione tecnica di procedure cliniche.
Una terapia implantare di successo si contraddistingue per un’attenta pianificazione protesica che prenda in considerazione non solo l’estetica e la funzione, ma anche il “Timing”, ovvero l’insieme e il susseguirsi di tutte quelle variabili procedurali cliniche e tecniche, fondamentali per gestire adeguatamente il caso, dal primo provvisorio fino alla consegna della protesi definitiva. Gli elementi da prendere in considerazione nella programmazione di una terapia impiantare derivano da un’analisi approfondita che si articola in tre momenti diversi:
1) Analisi protesica; 2) Analisi Anatomica;3) Analisi chirurgica.
Nel trattamento dell’Edentulia parziale, l’Analisi protesica(1) è necessaria per valutare la condizione funzionale ed occlusale del paziente, verificando la potenziale integrazione del restauro e, allo stesso tempo, prendendo in esame la gestione della protesi provvisoria. Perciò è importante determinare se la terapia specifica richieda interventi protesici ed occlusali supplementari oppure no. A differenza di quanto detto sopra, nelle Arcate Edentule si può sfruttare il vantaggio di poter idealizzare l’aspetto estetico e funzionale, trattando tutto il tavolato occlusale con un approccio riorganizzativo. L’occlusione rappresenta il “contesto” all’interno del quale i nostri restauri dovranno integrarsi soddisfacendo estetica e funzione: la loro mantenibilità e affidabilità nel tempo sono quindi strettamente correlate alle caratteristiche occlusali del paziente.
Determinare il profilo di rischio occlusale, avendo la possibilità di controllarlo e gestirlo, rappresenta un momento di sostanziale importanza nella formulazione del piano di trattamento: la presenza di una condizione occlusale e funzionale sfavorevole deve essere intercettata precocemente e gestita con terapie più o meno complesse, a seconda della gravità e delle esigenze del paziente. L’Analisi Anatomica(2) prende in considerazione l’area da trattare e deve tener conto, nello specifico, della qualità e della quantità della compagine ossea e dei tessuti molli in relazione alla ceratura del restauro protesico definitivo: l’obiettivo finale sarà quello di definire il numero, la tipologia e la distribuzione degli impianti da posizionare. In tal senso, l’utilizzo di Software dedicati per la pianificazione 3D, rappresenta oggi il gold-standard nella pratica clinica. Questa valutazione è strettamente correlata alla precedente analisi protesica, in cui si sono definiti tutti i parametri protesici con cui si desidera portare a termine la terapia.
Infine l’Analisi chirurgica (3) prende in esame la tecnica e i tempi chirurgici con cui verranno posizionati gli impianti e di conseguenza questa fase dipenderà automaticamente da tutte le valutazioni precedenti. Solo così la terapia implantare diverrà il frutto di un piano di trattamento protesico corretto, che terrà conto della salute, delle necessità, delle aspettative e richieste del paziente.